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Aderisci al Comitato per raccogliere le firme necessarie per un referendum cittadino.

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Questa petizione è stata creata da Giuseppe Z. e potrebbe non rappresentare il punto di vista della comunità di Avaaz.
Giuseppe Z.
ha lanciato questa petizione diretta a:
PRO.di.GIO., Comitato ReferendumGioia
Il Sindaco del Comune di Gioia del Colle Sergio Povia con la Delibera n.89 del 25/10/2012 da deciso di affidare, tramite procedura di gara pubblica, ad un soggetto esterno le “attività di supporto per la riscossione spontanea e di accertamento, tassa sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (o TARES), dell'imposta comunale sulla pubblicità, del canone per l'installazione dei mezzi pubblicitari, del diritto sulle pubbliche affissioni, della tassa occupazione spazi ed aree pubbliche, Imposta Comunale Propria (IMU), assistenza legale per la riscossione coattiva dei tributi comunali e di quelle relative a violazioni ai regolamenti comunali, degli oneri di urbanizzazione, delle rette trasporto scolastico, delle rette asilo nido, della refezione scolastica e di tutte le altre entrate comunali.”
Praticamente ha affidato la gestione completa dei tributi del comune di Gioia del Colle, ad una società esterna, che percepirà congrui aggi, assegnandoli 1.700.000 € di soldi pubblici.
Questa decisione di “esternalizzare” il servizio di accertamento e riscossione è avvenuta senza prima un approfondito studio sulla dotazione organica del Comune, infatti nella Delibera di Giunta 89/2012, si afferma che “la costituzione di un Ufficio Unico delle Entrate Comunali e relativo potenziamento con risorse interne qualificate non è realizzabile”, considerato che il personale idoneo non è “reperibile all’interno per carenze esistenti in altri servizi comunali”. Non sarebbe stato opportuno e utile, prima di destinare, per 5 anni, ingenti somme riscosse ai cittadini verso un soggetto terzo, attraverso aggi onerosi, un approfondimento serio e dettagliato sull’organizzazione e sull’ordinamento degli uffici e dei servizi?
Inoltre non esiste neanche uno studio dettagliato che dimostri scientificamente “la convenienza sotto il profilo economico” come stabilito dall’art. 7 comma 5 del “Regolamento Comunale delle Entrate Tributarie”.

Nonostante le ripetute richieste di revoca del provvedimento da parte della minoranza in Consiglio comunale per promuovere un confronto democratico nella città con le forze sociali, il Sindaco Sergio Povia ha zittito tutti, maggioranza e minoranza dicendo, testuali parole, “comunque io non recedo di un millimetro su questa vicenda, facciamola finita.” Non noi ma io non recedo. Preoccupante vero? Quando si nega il dialogo, il confronto e anche l'ascolto, il solo ascolto dell'altro, è la democrazia stessa in pericolo.

Da qui è partita l’idea di fare un referendum contro l'esternalizzazione del servizio di riscossione tributi. Si è costituito un comitato ad hoc, con l’adesione di 101 cittadini, che nella mattinata del 6 febbraio ha depositato all'ufficio protocollo del Comune la richiesta di indizione del primo referendum cittadino, previsto dallo Statuto Comunale. Intento del comitato è "l'abrogazione della delibera di giunta che assegna di fatto ai privati la riscossione dei tributi", dice Franco Gisotti, referente dello stesso comitato.

Cos'è il Referendum cittadino? Lo Statuto Comunale di Gioia del Colle prevede il ricorso al Referendum abrogativo di atti di competenza del Consiglio Comunale che non trovano il consenso dei cittadini per vari motivi. Lo Statuto regolamenta tale ricorso ponendo dei limiti temporali e formali. E quindi traccia un percorso che, per quanto lungo e tortuoso, porta poi tutti i cittadini ad esprimersi per l'abrogazione con un SI o con un NO. E' necessario prima costituire un Comitato Promotore formato da almeno 50 cittadini elettori nel Comune che formalizzano il quesito da sottoporre a Referendum abrogativo. Dal momento della consegna della richiesta una Commissione formata da un dirigente, un funzionario, dal difensore civico e da due esperti giuridici nominati dal Consiglio Comunale avrà 60 giorni per esprimere o meno l'ammissibilità del quesito tenendo conto dei limiti citati. Una volta superati questi limiti e reso ammissibile il quesito sottoposto a richiesta di Referendum il Comitato Promotore provvede a preparare i moduli per la raccolta delle firme da far vidimare dal Segretario Generale il quale in tempi brevissimi li riconsegna al Comitato. Da quel momento a cura del Comitato e di tutti coloro che vi hanno aderito si provvede alla raccolta delle firme dei cittadini. Per fare questo occorrono 60 giorni. Il minimo delle firme necessarie per poter indire il Referendum è di 1500. Quando si raggiunge e/o si supera questa cifra si riconsegnano i moduli al Comune e, una volta constatata la legittimità della richiesta popolare il Sindaco ha 60 giorni per indire il Referendum cittadino.
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