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No alle trivelle in Adriatico!

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Questa petizione è stata creata da chiara C. e potrebbe non rappresentare il punto di vista della comunità di Avaaz.
chiara C.
ha lanciato questa petizione diretta a:
Andrea Orlando, Ministro Ambiente Italia, Niki Vendola, Presidente della Regione Puglia
I passati governi hanno avviato numerosi permessi di ricerca e perforazione nel basso Adriatico coinvolgendo anche aree marine protette come quella delle Tremiti. Questo provocherebbe danni irreversibili per le regioni che si affacciano su queste acque e che basano la propria economia su pesca e turismo. L'Adriatico è, fondamentalmente un mare chiuso e un incidente come quello della Deepwater Horizon in Messico, sarebbe disatroso. Inoltre è provato che la raccolta di gas e petrolio è, in ogni sua fase, dannosa alla salute umana in quanto provoca danni irreversibili al DNA, al sistema cardiaco e a quello neurologico: declino intellettuale, mancanza di concentrazione, difetti della memoria e dell’apprendimento, elevati livelli di irritabilità, stati di depressione, confusione, perdita di appetito, mal di testa, scarsa memoria, svenimento, ansia, affaticamento. Durante un’interrogazione al Senato presentata nel novembre 2011 si rammenta: ”In particolare è stato dimostrato che in condizioni di stress recede il livello di altruismo e di cooperazione tra gli individui e si registra un incremento delle condotte aggressive”. Le ricadute sulle relazioni sociali, sulla salute e sulle capacità intellettive degli italiani d'origine e d'adozione sarebbero gravissime.
Costi sociali insostenibili, dunque, ma anche relazioni danneggiate con le nazioni europee che si affacciano sulle stesse coste.
I Presidenti delle Regioni italiane del basso Adriatico tentano da anni di interrompere questa spirale di follia che andrebbe a favorire solo le compagnie petrolifere, in gran parte straniere, che chiedono di operare sul nostro territorio perchè il sistema normativo italiano è, notoriamente, carente e garantisce sostanziale impunità rispetto al danno ambientale. La bonifica, poi, avviene sempre meno a carico del soggetto responsabile del danno; non è quindi un costo accessorio alla produzione ma un costo sociale addebitato ai cittadini stessi.
Preservare il nostro territorio, la nostra società e la salute dei nostri figli e delle generazioni future è segno di civiltà. Inoltre il petrolio e il gas dell'Adriatico terminerebbe in pochi mesi lasciando danni irreversibili. Sarebbe più intelligente investire il denaro che il nostro paese perderebbe con l'"avventura petrolchimica" con altre forme di energia pulita e sostenibile. Il sole non si spegne mai.
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