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NO alla TAV Brescia Verona SI al DOPPIO BINARIO Codogno-Cremona-Mantova-Legnago-Monselice

NO alla TAV Brescia Verona SI al DOPPIO BINARIO Codogno-Cremona-Mantova-Legnago-Monselice

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Questa petizione è stata creata da Sergio C. e potrebbe non rappresentare il punto di vista della comunità di Avaaz.
Sergio C.
ha lanciato questa petizione diretta a:
Presidenti Lombardia e Veneto, Ministro delle infrastrutture
Il progetto TAV, nel tratto Brescia Verona , prevede nell’area gardesana e dei Colli Morenici decine di case, cascine e aziende abbattute, decine di famiglie espropriate e sfrattate; intere frazioni e quartieri isolati per anni da cantieri, che sorgeranno in molti casi a ridosso di siti dal grande valore storico e naturalistico (sito archeologico del Lavagnone, Lago del Frassino, ecc.); 2 milioni e 245 mila metri quadrati di suolo agricolo consumati (tra questi 300 ettari, sui 1300 complessivi, circa il 20% di vigneti del Lugana, con un danno economico stimato attorno a 14 milioni di euro annui); un tunnel di 7 km sotto la cittadina di Lonato che creerà grossi scompensi idrici a questo territorio, interrompendo come una diga il flusso della falda acquifera dalle colline a nord del paese verso la pianura posta a sud (con il rischio che si prosciughino i pozzi per uso agricolo posti a sud della galleria e il conseguente innalzamento della falda a nord).

Inoltre, i sette anni di cantieri previsti, che possono anche raddoppiare o triplicare (se non peggio) viste tutte le esperienze della grandi opere iniziate e mai finite, creeranno una pregiudizievole difficoltà a tutte le attività economiche a vocazione agrituristica dell’area , non compatibile con attività e spostamenti della gigantesca massa di grandi mezzi e macchinari che saranno impiegati per i lavori.

A CHI GIOVA TUTTO QUESTO?

Ai cittadini e all’agriturismo dell’area certamente no, alle imprese interessate all’opera certamente sì. E forse, conoscendo l’Italia, anche ai politici che sostengono l’opera.
Il costo previsto per questa opera è di 2 miliardi e 800 milioni: è in grado, signor presidente, di citare una sola grande opera che sia costata alle fine meno del doppio del previsto?

Allora, signori presidenti Fontana e Zaia, voi che amate tanto le vostre regioni , non potreste valutare, d’intesa con il con il nuovo ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, visto che governate insieme, una iniziativa per spendere più utilmente questa montagna di soldi?

NON SI POTREBBE COMINCIARE A PENSARE DI PASSARE DALL’ALTA VELOCITÀ ALL’ALTA UTILITÀ?

Voi sapete certamente che decine di migliaia di viaggiatori pendolari per lavoro e studio sono sottoposti nella nostra regione, e nel Veneto, a disagi quotidiani a causa del disastroso stato dei trasporti ferroviari locali. Disagi cui sono sottoposti, peraltro, anche i turisti diretti nelle nostre provincie, che a volte rinunciano proprio per questo a usare il treno, aumentando così il carico di mobilità automobilistica che certo non giova all’ambiente, e che purtroppo fa nascere l’interessata tentazione di fare nuove strade con nuove devastazioni del territorio e sottrazione di suoli all’agricoltura.

Allora noi associamo la nostra contrarietà alla TAV a una proposta, leghiamo cioè un no a un sì. Ci opponiamo a una cosa ma ne proponiamo un’altra, così non togliamo nulla al mondo delle imprese e del lavoro .

La proposta è semplice, ed è antica come quella del progetto TAV. Ne potrete trovare traccia nei polverosi archivi della commissione trasporti della camera dei deputati.

Si tratta del progetto di collegamento ferroviario denominato Asse Mediopadano: raddoppio in sede della linea ferroviaria
(Milano) Codogno-Cremona-Mantova-Legnago-Monselice (Padova) ora a semplice binario. Si tratterebbe di un secondo e utile collegamento Milano-Venezia con benefici per i produttivi territori che attraversa.

Quel progetto era (e resta) fondato sulla convinzione che esso sia più conveniente e più utile , per le esigenze dei residenti e delle attività economiche in essere, rispetto a faraonici interventi sulla Milano-Verona-Venezia, che, salvo il discutibile valore della prestigiosa velocità di marcia, non porterebbero nessun beneficio alla qualità ed efficienza dell’offerta ferroviaria nelle regioni più produttive d’Italia, che tanto al contrario ne avrebbero bisogno e lo meriterebbero.




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