Una nuova cittadinanza per Alma Shalabayeva e sua figlia Alua

Il 31 maggio 2013, le autorità italiane hanno espulso dall'Italia Alma Shalabayeva e sua figlia Alua Ablyazova con procedure irregolari e motivazioni in seguito rivelatesi false. Le hanno consegnate al regime di un paese, il Kazakistan, noto all'Unione Europea per le persecuzioni dei familiari degli oppositori politici (come espresso nella risoluzione del Parlamento Europeo del 18 aprile 2013) e denunciato da Amnesty International per l'uso di torture e maltrattamenti nelle operazioni di polizia e nei centri di detenzione. La donna e la bambina espulse sono la moglie e la figlia di Ablyazov, uno dei principali oppositori del dittatore Kazako Nazarbaev. Le autorità italiane hanno posteriormente ammesso l'errore, troppo tardi per restituire ad Alma Shalabayeva e sua figlia la libertà di cui all'arrivo in Kazakistan sono state subito private. L'Italia si è dimostrata inaffidabile nella difesa dei diritti umani e disfunzionale nell'applicazione della legge, eppure un passo per "salvare il salvabile" si può fare: se il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, conferisse ad Alma Shalabayeva e sua figlia Alua Ablyazova la cittadinanza italiana, tale atto rappresenterebbe un'assunzione di responsabilità da parte dell'Italia nel difendere la donna e la bambina da abusi e violazioni, si renderebbe infatti obbligatoria per le istituzioni italiane la tutela dei loro diritti fondamentali e libertà personale e pertanto l'avvio di procedure legali e diplomatiche in loro favore. Tale atto amplificherebbe l'attenzione dei media e delle istituzioni internazionali sul caso e rappresenterebbe un deterrente in più per le autorità Kazake nella violazione dei diritti della donna e della bambina.

Firmiamo perché venga conferita pubblicamente dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano la cittadinanza italiana ad Alma Shalabayeva e sua figlia Alua Ablyazova.