Aggiorna le tue impostazioni dei cookie per utilizzare questa funzione.
Clicca "Consenti tutti" o attiva solo i "Cookie per pubblicità mirata"
Continuando, dichiari di accettare l' Informativa sulla Privacy di Avaaz, che spiega come possono essere usati e come sono protetti i tuoi dati.
Ho capito
Utilizziamo i cookies per analizzare come viene usato il sito e come supporto per fornire ai visitatori la miglior esperienza possibile. Trovi qui la nostra Informativa sui Cookie .
OK
Al sig. Ministro di Giustizia: IL MAGISTRATO PAOLO FERRARO TORNI A FARE IL MAGISTRATO!

Al sig. Ministro di Giustizia: IL MAGISTRATO PAOLO FERRARO TORNI A FARE IL MAGISTRATO!

1 persone hanno firmato. Arriviamo a
50 Sostenitori

Chiudi

Completa la tua firma

,
Avaaz.org protegge la tua privacy e ti tiene informato su questa e altre campagne simili.
Questa petizione è stata creata da Paolo F. e potrebbe non rappresentare il punto di vista della comunità di Avaaz.
Paolo F.
ha lanciato questa petizione diretta a:
Al sig. Ministro di Giustizia

AL SIGNOR PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

AL VICEPRESIDENTE DEL CSM

AL SIGNOR MINISTRO DI GIUSTIZIA centrocifra.gabinetto@giustiziacert.it

e p. c.

Al Capo di Gabinetto capo.gabinetto@giustiziacert.it

e p. c.

Al vice Capo di Gabinetto

vicecapo.gabinetto@giustiziacert.it

AI SIGNORI MAGISTRATI DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Signor Presidente della Repubblica,

Signor vice Presidente del CSM e Signor Ministro,

Ormai una significativa parte informata del paese conosce la vicenda di Paolo Ferraro, l'ex (per ora) magistrato assoggettato ad un provvedimento di dispensa firmato dal ministro pro-tempore il 7 febbraio 2013. Provvedimento di dispensa che ha distrutto la credibilità e l’immagine delle istituzioni e del CSM.

In diretta ed in rete, mediante dichiarazioni di persone informate sui fatti esiste la prova finale ultima possibile di attività di attenzionamento del magistrato Ferraro che retroagiscono nel tempo, di connessioni e rapporto tra un magistrato della Procura di Roma ed apparati militari deviati (eversivi) ed un quadro francamente insuperabile in ordine ad una attività di MOBBING criminale gestita attraverso una manipolazione di cui esistono prove su ogni aspetto, vagliate da centinaia di migliaia di persone.

Dopo aver subito UN SEQUESTRO di persona di gravità inaudita nel 2009, Paolo Ferraro decide di portare tutto alla luce aderendo al principio di doverosità della sua condotta di magistrato e cittadino, a fronte di fatti che attingono anche alla tutela di donne e minori, attività criminali coperte di apparati ed ogni altra cosa è dato evincere.

Tutto verificabile con la buona fede in base a indizi, prove, fonti dirette ed indirette.

Ma tutto accuratamente coperto da un SILENZIO assordante di cui a Lei sono necessariamente note le matrici.

Una nota intervista e dichiarazione pubblica di Walter Veltroni risalente proprio al 2010 riferiva dello stesso apparato in cui Ferraro è incappato e della medesima cordata incistatasi anche nella Procura di Roma.

Provvedimento di dispensa a carico di Paolo Ferraro architettato ed originato infine dalla sua denuncia di attività coperte ed in ambiente militare protetto, di coperture eccellenti svelate tramite la ragionevole certezza di metodi ed attività gestite da servizi ed apparati con diretta partecipazione quantomeno a copertura consapevole di tre magistrati. Il tutto confermato persino dall’analisi del caso Marrazzo, indicante una partecipazione di attività coperte in ambiti militari e la presenza di elementi che conducono anche in quel caso non solo a via Gradoli ma anche alla Cecchignola e al mondo militare “deviato”, oltre che alla coesistenza di attività criminali parzialmente coperte a cavallo tra camorra, criminalità organizzate ed apparati militari deviati. Gli stessi traffici in parte scoperti dalla Procura di Teramo dove Ferraro è stato convocato e sentito per tre ore come persona informata sui fatti nel novembre 2011.

Ovviamente la forma di progressione pubblica delle denunce ed analisi di Ferraro, condivise ed ascoltate oltreché lette ormai da milioni di persone, è stata il frutto pubblico della violenza criminale esercitata da una specifica cordata intenta al fine poi "praticato" a suo specifico danno, ed è stata “amplificata” anche dalla necessaria autodifesa.

Così ora l'Italia continua a vedere provvisoriamente dispensato dal servizio un magistrato modello, mai neanche oggetto di un rilievo professionale, addirittura indicato come il migliore finanche in una audizione del luglio 2010 verbalizzata, e "dispensato per inettitudine" in base alla più smaccata legge del contrappasso "invertita" mai applicata, costernato anche il foro romano.

Coinvolta una filiera di tre psichiatri legati storicamente ai servizi, fornite tonnellate di prove dirette, indirette ed audio. Ma c’è molto di più: vi è anche un quadro fondato e oggetto di prova diretta da persona informata, in rete immessa in audio, di un ordito di lungo periodo, anche questo riscontrabile almeno per le vie brevi negli interna corporis NON preclusi ad alte autorità dello Stato.

La insostenibilità su vari piani di questa vicenda e del crescendo di informazioni in atto, anche a livello internazionale, appare a sua volta evidente e non controvertibile.

Vi è la possibilità di revisionare la decisione adottata alla luce di un nuovo sopravvenuto vaglio e del principio immanente della permanente rivisitabilità dei casi e dei giudizi “tecnici” (veri od artefatti).

Così come emergono anche su un piano formale innumerevoli irregolarità: vizi, una sola attività a discrezionalità tecnica palesemente assurda e manipolatoria, contraddetta da una decina di vere analisi e consulenze e persino da una certificazione pubblica.

Certamente la questione è chi e perchè abbia creato questo tentativo di distruzione e da quando, e se esso fosse (come è) diretto semplicemente ad eliminare un magistrato studiato per qualità ed attitudini, compresa la sua reale indipendenza.

L’ennesima richiesta di reimmettere oggi “il” magistrato Paolo Ferraro, rispettato e ben conosciuto per tutta la sua silenziosa carriera, si fonda sulla CERTEZZA matematica (riscontrata) del fondamento di giustizia della nostra richiesta e della verità sottostante, che possono essere appresi solo alzando il telefono ai livelli istituzionali a voi consentiti.

Per il loro palese carattere kafkiano, i connotati di questa incredibile ed inaccettabile vicenda rischiano seriamente di divenire, nonostante tutti gli sforzi per nascondere, un caso ancor più internazionalmente significativo.

Tutti i dati, i documenti con link e banche dati in rete a disposizione sono già stati inviati a suo tempo .

Basterebbe oggi una semplice telefonata al Ministro dell'Interno e una, anche orale, informativa, leale, tramite i servizi, che ci risultano avere tutto a loro conoscenza e portata di mano, per essere serenamente assicurati della corrispondenza a valori, diritto e diritti, ma anche all'interesse pubblico e dello Stato, di una scelta amministrativa ma anche politica, discrezionale ed equa, percorribile in regime di autotutela amministrativa.

Chiediamo quindi, data la radicale FALSITÀ di ogni "umano" addebito (di professionale non se ne è parlato nemmeno) a carico del magistrato Paolo Ferraro, di revocare il decreto di dispensa per motivi anche in senso lato di Giustizia.

Previo ogni eventuale approfondimento può esser posto in essere un atto dovuto, nel rispetto delle leggi e dei valori del nostro sistema, potendosi avere agevolmente un quadro completo.

Un rientro in magistratura di Paolo Ferraro avversato e temuto solo da coloro che tramano all’ombra delle istituzioni, necessario per assicurare una presenza indipendente e consapevole nel mondo della giurisdizione piegato da attività meno visibili, quelle stesse che preoccupano sinanche l’arco politico di governo:

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/pier-luigi-bersani-prima-intervista-dopo-intervento-si-deve-votare-fiducia-223bd6af-63cb-4c4b-9815-e14584eee64b.html

Il procedimento di dispensa riaperto presso il CSM e conclusosi con decisione di “dispensa per inettitudine”, preceduto da due tentativi archiviati, fu riaperto quando si era venuti a sapere che Ferraro intendeva aprire alle conoscenze istituzionali l’intera situazione da egli appresa e subìta.

Poiché il dovere di un magistrato è di non soggiacere ad alcuna violenza o diktat, minaccia o ricatto ed attività illegale: in questo consiste il riconoscere il principio di obbedienza (alla Costituzione) e solo in questo. A questo solo dovere poteva aderire e non aveva scelta, se non violando identità e giuramento fatto.

Con persistente volontà di sostenere la legalità dello Stato Costituzionale attendiamo il gesto istituzionale che ridarebbe quel minimo di credibilità necessaria alle istituzioni e porgiamo a chi voglia impedire questa deriva criminale, pericolosa per tutti e da tutti i punti di vista, l'invito a non temere di agire serenamente, secondo coscienza, verità, diritto e valori aderenti alla nostra Costituzione.

La posta in gioco per le istituzioni e i loro rappresentanti è anche e soprattutto la condanna della Storia: se non sarà posto rimedio il nome di Paolo Ferraro andrà ad aggiungersi a quelli di altri magistrati vittime di apparati che agiscono nell'ombra ma con coperture formali, ed in questo caso verrà colpito un magistrato serio indipendente e deontologicamente ineccepibile che ha dato prova di intelligenza e capacità incredibilmente riconosciute sino all'ultimo momento, e proprio per queste colpito.

Pubblicata (Aggiornata )